ASSIDIM, Cassa di Assistenza sanitaria con 40 anni di storia e presenza sul mercato, impegnata nella promozione della salute e del benessere con le aziende associate e i propri dipendenti, ha realizzato in collaborazione della Prof.ssa Daniela Lucini dell’Università di Milano, un’indagine online sugli stili di vita durante il Covid-19.
L’obiettivo è stato quello di valutare abitudini e comportamenti delle persone relativi al proprio stile di vita, attraverso la costruzione di un particolare indice – Lifestyle Index – con valori da 1 a 100 e ottenuto dalla combinazione di alimentazione, percezione dello stress e attività fisica.
Lo strumento per la rilevazione è stato un questionario anonimo di 42 domande inerenti alimentazione, abitudine all’esercizio fisico, fumo e consumo di alcolici, stress, sonno e percezione dello stato di salute delle persone.
Le risposte, immediatamente disponibili per i rispondenti, sono state trattate in forma aggregata per costruire il Lifestyle Index.
Più dell’80% dei circa 1.400 rispondenti ha almeno un’assistenza con ASSIDIM, con un’età media che è di 52 anni per gli uomini e 46 anni per le donne. C’è invece una distribuzione omogenea per quanto concerne sia il genere (52% uomini e 48% donne) che la categoria professionale (il 35% svolge mansioni impiegatizie, il 30% è parimenti quadro o dirigente).
Tra le principali evidenze, emerge che:
- I soggetti che svolgono un livello di attività fisica d’intensità “moderata”, secondo un particolare parametro metabolico [MET·min/sett], hanno la percezione di un miglioramento delle performance lavorative, della qualità della salute e del sonno rispetto ai soggetti meno «attivi» (< 600 [MET·min/sett]).
- negli oltre 1.400 soggetti coinvolti nell’indagine ASSIDIM, l’indice dello stile di vita migliora al crescere dell’età. In particolare, suddividendo la popolazione in fasce d’età (< 30; tra 30 e 50; > 50), si rileva, al crescere dell’età, un miglioramento dell’indice come risultato dell’influenza di più variabili, principalmente lo stress e l’alimentazione, che determinano un peggioramento dell’indice nei soggetti più giovani;
- nelle donne, l’indice dello stile di vita risulta peggiore rispetto a quello degli uomini a causa di una più elevata percezione dello stress in queste ultime, che si riflette in una maggiore sintomatologia fisica e stanchezza;
- i dipendenti beneficiari delle prestazioni ASSIDIM sono caratterizzati da un indice di stile di vita più elevato rispetto ai dipendenti che NON beneficiano delle prestazioni ASSIDIM;
- 9 dipendenti su 10 riferiscono il desiderio di una specifica consulenza per migliorare il proprio stile di vita.
Certamente, l’effetto lockdown e le persistenti limitazioni alle attività quotidiane, che sono andate viepiù riducendosi stante il miglioramento della curva epidemiologica causato dall’impatto dei vaccini, hanno influenzato gli stili di vita delle persone.
L’isolamento domiciliare forzato, perlomeno inizialmente, ha portato a modificare il regime alimentare nonché l’attitudine all’esercizio fisico, le ore di sonno e altre abitudini di vita quotidiana. Potremmo esserci concessi qualche strappo alla regola di troppo, dopodiché ci siamo in qualche modo adattati alla nuova “normalità”.
Per quel che concerne invece la prevenzione, intesa come diagnosi precoce, i numeri registrati nel 2020 sono davvero drammatici considerato che non si muore di solo Covid: secondo le principali fonti statistiche, sono circa 18 milioni le visite e prestazioni sanitarie rimandate a causa della pandemia.
Uno stile di vita corretto – alimentazione sana, esercizio fisico, niente fumo, gestione dello stress, … – è perciò essenziale per la sostenibilità individuale e sociale: fare qualcosa oggi per preservare un bene prezioso come la salute.
Per coloro che fossero interessati ad approfondire l’indagine, rimandiamo alla lettura dell’articolo scientifico Evidence of Better Psychological Profile in Working Population Meeting Current Physical Activity Recommendations, pubblicato sulla rivista “International Journal of Environmental Research and Public Health” lo scorso 26 agosto.