La sanità integrativa, il “secondo pilastro” del welfare sanitario italiano, è destinata ad assumere un ruolo sempre più centrale nel garantire salute e benessere. La salute è il motore principale della qualità della vita: senza di essa, anche gli altri fattori del Benessere Equo e Sostenibile (BES) perdono valore. (*)
Tuttavia, con questo sistema sanitario pubblico in difficoltà, la sanità integrativa mostra segnali di criticità da non sottovalutare. Marzio Bartoloni, sul Sole 24 Ore, ha recentemente analizzato la situazione basandosi su dati di Ania e del Ministero della Salute. Già in fase di stagnazione, il settore rischia di perdere efficacia e sostenibilità economica senza interventi e riforme mirate.
Tre parole chiave fotografano la situazione attuale: Frenata, Contrazione ed Elusione.
- Frenata: Dal 2021 la crescita si è arrestata. Dopo un decennio di espansione con un incremento medio di un milione di iscritti all’anno (passando da 5,8 milioni nel 2013 a oltre 16 milioni nel 2020), il numero si è stabilizzato, segnalando un rallentamento.
- Contrazione: Anche il numero di Fondi integrativi è in calo, passando da 327 nel 2021 a 334 nel 2022, per poi scendere a 324 nel 2023.
- Elusione: Uno dei principali sintomi di malessere riguarda l’elusione contributiva.
L’IMPATTO DELL’ELUSIONE CONTRIBUTIVA
Il divario tra i lavoratori che avrebbero diritto alla sanità integrativa tramite i contratti collettivi e quelli effettivamente iscritti ai Fondi sanitari è significativo.
- Secondo i dati ISTAT e INPS (2023-2024), il numero complessivo di occupati in Italia è di circa 23,5 milioni.
- Di questi, 15 milioni di lavoratori risultano coperti da contratti collettivi che prevedono la sanità integrativa (64% del totale).
- Tuttavia, solo 8 milioni risultano effettivamente iscritti ai Fondi sanitari (53% dei lavoratori aventi diritto).
- A questi si aggiungono 4 milioni di familiari iscritti, 2 milioni di liberi professionisti e 500.000 pensionati.
- 8,5 milioni di lavoratori risultano dunque senza alcuna copertura sanitaria integrativa.
Questa situazione crea un cortocircuito finanziario: le aziende versano i contributi per la sanità integrativa, ma se i lavoratori non si iscrivono ai Fondi, i finanziamenti non confluiscono nel sistema, generando una copertura inefficace.
SPOSTARE L’ESIGIBILITÀ DEL DIRITTO AI FONDI
Per garantire continuità e accesso alle cure, una riforma essenziale sarebbe il trasferimento dell’esigibilità del diritto alla sanità integrativa direttamente ai Fondi, anziché ai singoli lavoratori.
📌 Flusso ideale (funzionamento corretto):
1️. L’azienda → Versa i contributi direttamente ai Fondi di sanità integrativa.
2️. I lavoratori → Si iscrivono ai Fondi.
3️. I Fondi sanitari → Raccolgono i finanziamenti e garantiscono la copertura sanitaria.
✅ Risultato → Sistema funzionante, con copertura efficace per i lavoratori.
📌 Cortocircuito finanziario (problema attuale):
1️. L’azienda → versa i contributi all’INPS, che poi li destina ai Fondi Sanitari. Tuttavia, se i lavoratori non si iscrivono, i fondi non ricevono risorse, creando un blocco finanziario e una copertura inefficace.
2️. I lavoratori ❌ NON si iscrivono ai Fondi.
3️. I Fondi sanitari → Non ricevono abbastanza adesioni, risorse bloccate.
❌ Risultato → Finanziamenti che non confluiscono nel sistema, copertura inefficace.
Benefici attesi:
- Maggiore continuità assistenziale e accesso alle cure.
- Eliminazione della necessità di adesione attiva da parte del lavoratore.
- Maggiore potere negoziale per i Fondi, con un miglior rapporto costi/benefici.
- Riduzione della frammentazione e semplificazione del sistema.
ALTRE AZIONI PER UNA MAGGIORE SOSTENIBILITÀ
- COINVOLGERE UN NUMERO PIÙ ELEVATO DI PMI
Le PMI rappresentano il tessuto imprenditoriale più ampio in Italia, ma spesso faticano ad accedere a soluzioni di sanità integrativa.ISTAT:
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- Le imprese con meno di 250 dipendenti costituiscono oltre il 99% delle aziende italiane.
- Le microimprese (<10 addetti) rappresentano il 94,9% del totale.
- Le piccole imprese (10-49 addetti) e le medie imprese (50-249 addetti) costituiscono rispettivamente il 4,5% e lo 0,5%.
Welfare Index PMI 2024:
Per quanto riguarda specificamente il welfare sanitario, il Rapporto indica che nonostante le aziende attive in questo ambito siano cresciute dal 38,5% nel 2022 al 43,4% nel 2024, le iniziative più propriamente definibili di welfare aziendale, come le polizze sanitarie aziendali, sono adottate solamente dal 10% delle imprese, mentre l’adesione a fondi o casse aperte riguarda solamente il 2,1% delle PMI.
Sotto, un confronto tra distribuzione delle imprese per dimensione e il loro contributo al PIL:
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- A sinistra: predominanza delle microimprese.
- A destra: impatto significativo delle grandi imprese sul PIL, nonostante la loro scarsa numerosità.
- ESTENDERE LA COPERTURA DELLA SANITÀ INTEGRATIVA ANCHE AI LIVELLI INTERMEDI E OPERATIVI, oltre agli apicali, migliorerebbe equità e sostenibilità del sistema, riducendo l’elusione contributiva.
LE ALTRE CRITICITÀ
- Copertura insufficiente: solo il 24% degli italiani è coperto da sanità integrativa, contro il 70% di Francia e Germania.
- Spesa sanitaria elevata: nel 2023, la spesa sanitaria italiana ha raggiunto 133 miliardi di euro, con 43 miliardi a carico diretto dei cittadini (out-of-pocket).
- Sostenibilità economica a rischio: il rapporto tra premi incassati e sinistri pagati è salito dal 50% al 70%, riducendo la marginalità per Fondi e assicurazioni.
IL RUOLO DI ASSIDIM
Casse e Mutue sanitarie come Assidim giocano un ruolo chiave nella trasformazione e sostenibilità della sanità integrativa. Con particolare attenzione alle PMI, Assidim offre soluzioni innovative come ASSIDIM XXL, che favorisce:
- Coperture estese per categorie meno tutelate.
- Tecnologie digitali per semplificare adesioni.
- Programmi di formazione su corretti stili di vita per abbattere costi sanitari futuri.
- Webinar e Talk gratuiti per sensibilizzare aziende e lavoratori.
🔗 Scopri di più sulle soluzioni per le PMI www.assidim.it/sei-una-pmi
La Commissione Affari Sociali del Senato sta lavorando a una riforma organica della sanità integrativa per ampliarne le prestazioni e migliorarne l’accessibilità. Assidim partecipa attivamente al GdL 3 Salute di ASvIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
🔗 Scopri di più su ASvIS www.asvis.it
Antonio Corrias
ASSIDIM
Marketing Comunicazione Sviluppo Associativo
NOTE
(*) Il BES (Benessere Equo e Sostenibile) è un indice sviluppato dall’ISTAT per misurare il benessere della popolazione in Italia, andando oltre il PIL e includendo dimensioni sociali, economiche e ambientali.
Caratteristiche principali:
- Multidimensionale: Comprende 12 domini chiave come salute, istruzione, lavoro, benessere economico, ambiente e sicurezza.
- Equità: Analizza le disuguaglianze tra fasce di popolazione e territori.
- Sostenibilità: Considera il benessere attuale e la capacità di mantenerlo nel futuro.
Struttura dell’indice:
- Condizioni economiche (reddito, lavoro, conciliazione vita-lavoro)
- Salute e benessere (speranza di vita, accesso ai servizi sanitari)
- Istruzione e competenze (livello di istruzione, partecipazione culturale)
- Qualità della vita e relazioni sociali (sicurezza, fiducia nelle istituzioni)
- Ambiente e sostenibilità (qualità dell’aria, consumo di suolo)
- Disuguaglianze e parità di genere (differenze sociali ed economiche)
- Benessere soggettivo (soddisfazione della vita)
Utilizzo:
- Strumento per le politiche pubbliche (inserito nel DEF per valutare l’impatto delle scelte di governo).
- Guida per imprese e istituzioni per sviluppare strategie orientate alla sostenibilità e inclusione.
Il BES è fondamentale per monitorare lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita in Italia.