Uno dei bisogni sempre più incalzanti, considerati i trend demografici ed epidemiologici, è collegato all’aumento della non autosufficienza e delle patologie croniche. Un fenomeno, quello della non autosufficienza, che in Italia, sulla base dei dati elaborati dall’Ufficio Studi di ASSIDIM, riguarda oltre 3 milioni di persone over 65 anni con gravi limitazioni, motorie, sensoriali e cognitive.
Coinvolge inoltre circa 2,9 milioni di caregiver familiari di cui 1,1 milione di badanti.
La spesa totale per la non autosufficienza nel 2020 sfiorava i 40 miliardi di euro, risultato dall’integrazione alla parte pubblica della spesa privata sostenuta dalle famiglie per i lavoratori domestici, compresi quelli irregolari, che ammonta a circa 15 miliardi di euro.
La spesa pubblica per la non autosufficienza (LTC) include, nel caso dell’Italia, le seguenti tre componenti: la spesa sanitaria per Long Term Care, le indennità di accompagnamento (importo mensile di circa 530 Euro) e gli interventi socio-assistenziali (ADI e SAD), erogati a livello locale, rivolti ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
I criteri di definizione della condizione di non autosufficienza, per tutti i programmi diversi dall’indennità di accompagnamento, sono molto eterogenei da regione a regione, in assenza di linee guida unitarie a livello centrale.
Considerando lo scenario appena delineato è evidente l’urgenza di un intervento normativo volto al riordino della materia come già previsto dal PNRR.
Il Consiglio dei ministri del 19 gennaio 2023 ha varato il DISEGNO DI LEGGE RECANTE DELEGHE AL GOVERNO IN MATERIA DI POLITICHE IN FAVORE DELLE PERSONE ANZIANE che riforma profondamente le politiche per gli anziani, in particolare per quelli non autosufficienti, introducendo finalmente un sistema nazionale organico che prevede – tra l’altro – una “prestazione universale” graduata che dovrebbe unificare e assorbire i vari interventi oggi previsti.
Per passare alla fase operativa si dovrà aspettare ancora, ma in virtù del PNRR (nella cui cornice il provvedimento si inserisce come uno degli obiettivi da raggiungere per ottenere i finanziamenti) ci sono delle scadenze precise: entro marzo il Parlamento dovrà approvare il disegno di legge in cui sono fissati i criteri a cui il governo dovrà attenersi nell’emanare i decreti legislativi di attuazione. Solo allora si potrà dare una valutazione dettagliata che tenga conto anche delle risorse da investire (stimate in 7 miliardi).
In sintesi, il Governo “è delegato a adottare, entro il 31 gennaio 2024 uno o più decreti legislativi, finalizzati a riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, anche attraverso il coordinamento e il riordino delle risorse disponibili, nonché finalizzati a potenziare progressivamente le relative azioni, in attuazione della Missione 5, componente 2, riforma 2, del PNRR.”
Di seguito alcuni dei principi e criteri direttivi generali che troviamo nel DDL:
- riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio;
- promozione della valutazione multidimensionale dei bisogni e delle capacità di natura sociale, sanitaria e sociosanitaria ai fini dell’accesso a un continuum di servizi per le persone anziane fragili e per le persone anziane non autosufficienti;
- riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice;
- riconoscimento degli specifici fabbisogni di assistenza delle persone anziane con pregresse condizioni di disabilità, al fine di promuoverne l’inclusione sociale e la partecipazione attiva alla comunità, assicurando loro i livelli di qualità di vita raggiunti e la continuità con i percorsi assistenziali già in atto;
- promozione del miglioramento delle condizioni materiali e di benessere psico-sociale delle famiglie degli anziani fragili o non autosufficienti e di tutti coloro i quali sono impegnati nella loro cura, mediante un’allocazione più razionale ed efficace delle risorse disponibili a legislazione vigente.
Il DDL istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato Interministeriale per le Politiche in Favore della Popolazione Anziana (CIPA), con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza.
In particolare, il CIPA:
- adotta, con cadenza triennale e aggiornamento annuale il “Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità nella popolazione anziana” e il “Piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza nella popolazione anziana”;
- promuove, l’armonizzazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEPS) rivolti alle persone anziane non autosufficienti, con i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA).
Nell’esercizio della delega il Governo si attiene ai seguenti ulteriori princìpi e criteri direttivi:
- definizione del Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA), con il compito di procedere alla programmazione integrata, alla valutazione e al monitoraggio degli interventi e dei servizi statali e territoriali rivolti alle persone anziane non autosufficienti;
- adozione di un sistema di monitoraggio dell’erogazione dei LEPS per le persone anziane non autosufficienti;
- coordinamento, per i rispettivi ambiti territoriali di competenza, degli interventi e dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari in favore degli anziani non autosufficienti erogati a livello regionale e locale;
- semplificazione dell’accesso agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari e messa a disposizione di punti unici di accesso (PUA), collocati presso le Case di Comunità, orientati ad assicurare alle persone anziane non autosufficienti e alle loro famiglie il supporto informativo e amministrativo;
- semplificazione e integrazione delle procedure di accertamento e valutazione della condizione di persona anziana non autosufficiente mediante la previsione di una valutazione multidimensionale unificata, da effettuarsi secondo criteri standardizzati e omogenei a livello nazionale, finalizzata all’identificazione dei fabbisogni di natura sociale, sociosanitaria e sanitaria della persona anziana e del suo nucleo familiare.
Infine, ma di grande importanza, il DDL propone l’introduzione, anche in via sperimentale e progressiva, per le persone anziane non autosufficienti che optino espressamente per essa, di una prestazione universale graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale ed erogabile, a scelta del soggetto beneficiario, sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona di valore comunque non inferiore alle indennità di accompagnamento.
Una rivoluzione se andrà a regime perché di fatto la nuova misura predilige al trasferimento economico quello “in kind”, e quindi di tipo prettamente assistenziale, come avevamo avuto modo di spiegare in diversi nostri articoli precedenti sul blog nonché in occasione dell’EduWebinar tenutosi lo scorso 27 ottobre.
A cura di Marcello Marchese
Presidente ASSIDIM