Amico o nemico? non possiamo più farne a meno. Lo smartphone è oramai diventato un compagno inseparabile della nostra vita di tutti i giorni. È comodo, importante e forse anche indispensabile a patto però di farne un uso corretto.
Ecco qui alcuni riflessioni/consigli importanti per renderlo sempre più “amico”!
“Mal di collo e mal di mani” da cellulare
Avete mai sentito l’espressione “text neck”? Significa “collo da messaggio”.
È quel difetto posturale (con relative conseguenze) che colpisce chi usa il tablet e cellulare troppo a lungo.
Il collo inclinato verso il basso per lungo tempo per guardare lo schermo del telefono si associa ad un’eccessiva tensione ai muscoli del collo stesso con possibili dolori al collo e talvolta anche al braccio. Se poi una persona ha già dei problemi suoi (come ad esempio protrusioni discali a livello della colonna cervicale) tutto peggiora e possono comparire anche altri sintomi come nausea e vertigine.
Come se non bastasse anche la mano, ed in particolare il pollice, possono avere problemi: inviare messaggi e messaggi continuativamente condiziona un movimento ripetitivo, troppo ripetitivo, per le dita, specie il pollice. Muscoli, articolazioni e tendini sono sottoposti ad un eccessivo carico con tutte le conseguenze del caso: fastidio, dolore, difficoltà di movimento.
Come prevenire/gestire questi problemi? Innanzitutto, se c’è dolore, fastidio e difficoltà di movimento la cosa principale è rivolgersi al medico per avere una corretta diagnosi. Per evitare problemi è importante non mantenere troppo a lungo la stessa postura. Sono consigliabili delle pause per muovere il collo e almeno ogni 20 minuti allungare e inarcare la schiena con esercizi di stretching. Meglio conoscere ed eseguire esercizi di stretching (che migliorano la flessibilità e mobilità) per il collo, braccia e mani e ripeterli con regolarità anche per poco tempo.
E cosa succede agli occhi???
Avete mai calcolato quanto tempo ogni giorno i vostri occhi sono puntati sullo schermo del cellulare o tablet? Molti raggiungono le 2-4 ore! A farne le spese non solo la nostra postura ma anche gli occhi. La luce blu emessa dai cellulari può stancare la vista molto rapidamente e causare fastidio. Ovviamente condizioni individuali, presenza di eventuali patologie oculari ed età sono da tenere in considerazione. Si può arrivare ad avere irritazione, secchezza, visione offuscata e mal di testa. Se si notano questi problemi meglio parlarne con il proprio medico, limitare subito il tempo di utilizzo del cellulare, tablet ed anche computer. In alcuni casi occorre correggere le eventuali lenti (occhiali) utilizzati, oppure dover iniziare ad utilizzarli, specie con l’avanzare dell’età. Anche pause per concedere riposo agli occhi possono essere importanti, così come sfruttare i filtri che i cellulari hanno. Meglio poi utilizzarli usando uno sfondo chiaro con le scritte in scuro e non viceversa
Meglio un cellulare sempre pulito
Lo tocchiamo in media centinaia di volte al giorno, ed ogni volta trasportiamo dalle mani allo schermo (e viceversa) ogni genere di microorganismo. Questi agenti potenzialmente patogeni, vengono poi accostati al volto quando rispondiamo al telefono.
Cosa fare per ridurre i rischi collegati?
Per eliminare i microorganismi più comuni è sufficiente passare un panno in microfibra inumidito con una miscela acqua e alcol non solo sul display ma sull’intero cellulare.
Cellulare al volante, pericolo all’istante
Comporre un numero al cellulare mentre si guida toglie l’attenzione dalla strada per troppi secondi. Vuol dire fare centinaia di metri senza sapere cosa sta succedendo e aumentare di molto le probabilità di collisione. Anche scrivere e guidare è un binomio da evitare perché l’invio di un testo richiede alcuni secondi, cosa che alla guida significa togliere l’attenzione alla strada per un tempo sufficiente a provocare un incidente. Il rischio di scontro in queste condizioni è incredibilmente superiore alla norma. Non dimentichiamo che l’uso dello smartphone al volante è una delle cause principali di incidenti, ne provoca più di un milione l’anno. Se c’è una reale necessità di parlare meglio accostare. In alternativa, si può ricorrere ad altoparlanti bluetooth o all’auricolare con o senza fili. Anche in questi casi però siate cauti! Il cervello riserva attenzione alla conversazione e la distoglie dalla strada con tutte le conseguenze del caso! Naturalmente messaggi e selfie sono assolutamente da evitare.
Cellulare mentre si cammina…il pericolo si avvicina….
Gli incidenti a pedoni distratti dal cellulare sono una realtà! Meno degli incidenti in auto ma comunque presenti. Camminare, scendere le scale, salire su un autobus, ecc.., guardando il monitor riduce la consapevolezza del rischio e l’attenzione data a ciò che è intorno a noi. Quei pochi secondi impiegati per scorrere la bacheca dei social mentre si attraversa la strada sono sufficienti per inciampare, perdere l’equilibrio, cadere o non vedere il motorino che sta arrivando.
Per non parlare poi dell’attenzione data al lavoro, allo studio o qualsiasi cosa che si sta facendo! la produttività e la performance si riducono se una parte del nostro cervello è dedicata al cellulare o è li’ ad aspettare il messaggino, pronta a rispondere! Quando vogliamo dedicarci a qualche cosa di importante meglio disattivare avvisi delle app di news e delle piattaforme social, utilizzare la funzione “non disturbare” in modo da non essere raggiungibili se non per le persone che contano davvero.
Il cellulare deve dormire!
Chattare o navigare in internet fino a tarda notte non solo è una pessima abitudine ma anche dannosa per la salute. Fatica a prendere sonno, sonno disturbato e fatica durante la giornata successiva, sono alcune conseguenze. Se poi l’argomento dei messaggi è qualche cosa di stressante e problematico, non facciamo altro che portare i problemi a letto con noi.
L’ideale sarebbe “mandare a dormire il cellulare” un paio di ore prima di noi e non tenerlo sul comodino vicino al letto ma a distanza, meglio se silenzioso, senza avvisi di app e di messaggi in arrivo.
Phubbing & Snubbing
Avete mai sentito questi termini? Sono fenomeni tipici dei nostri tempi: “phubbing” – da phone (telefono) e snubbing (snobbare), indicano l’azione con cui si trascura chi abbiamo davanti a noi per dare precedenza al cellulare. Chat, notifiche e messaggi reclamano in continuazione la nostra attenzione. Il problema è che chi sta tentando di interloquire con noi, chi è accanto a noi, se ne accorge. Le relazioni sociali sono messe in pericolo. Cosa provate quando state parlando con qualcuno e questi toglie lo sguardo dai vostri occhi e lo porta al cellulare e risponde ad un messaggio? Se state interagendo con qualcuno meglio dargli la precedenza e non badare al cellulare; se è proprio necessario farlo, meglio avvisare l’altro ..”scusa devo rispondere per forza…” e poi ridargli l’attenzione che merita.
Pigrizia da cellulare
E’ stata dimostrata una relazione importante tra l’aumento del tempo trascorso al cellulare e l’aumento della sedentarietà e del sovrappeso. Fermi a chattare, magari consumando bevande zuccherare, dolci e snack, sta diventando purtroppo un fenomeno frequente specie nei più giovani. Meglio utilizzare il cellulare in modo diverso… magari ascoltando musica mentre si fa attività fisica.
Dipendenza da cellulare
“Nomofobia” (abbrevizione dall’inglese “no mobile phobia”) è il termine che si utilizza per indicare la paura di rimanere senza cellulare. Mancanza di credito, la batteria scarica o mancanza di rete, possono portare in alcuni soggetti a vere e proprie crisi di ansia. Purtroppo questo fenomeno patologico sta aumentando specie nelle giovani generazioni, specie in individui con problematiche relazionali o altre problematiche psicologiche. Persone che senza il cellulare si sentono nude, non lo spengono mai e lo portano dappertutto. E’ vero che oggi come oggi il cellulare è diventato uno strumento importante, ma la persona lo è di più e la capacità di “cavarsela” anche senza deve essere sempre contemplata.
In conclusione, ricordiamoci sempre che cellulari, tablets, computer sono solo uno strumento (anche molto utile) e mai un fine! Che sia “amico o nemico” dipende solo da noi.
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano