Sono 3,8 milioni le persone non autosufficienti in Italia, di cui il 25% over 65 anni, a cui corrisponde un tasso di copertura del loro bisogno sociosanitario che, per i servizi di assistenza domiciliare supera di poco il 20% sul territorio nazionale, e per quelli residenziali o semi-residenziali arriva a stento al 10%. [Fonte: 5° Rapporto Osservatorio Long Term Care, a cura di CERGAS Bocconi e Essity]
Una coperta troppo corta se si considerano i trend demografici e che impone scelte politiche di maggior finanziamento pubblico per evitare che molti anziani rimangano “scoperti”.
La ratio del decreto legislativo di inizio anno del governo, attuativo della legge delega 33/2023, è quella di semplificare un quadro normativo estremamente frammentario, coordinare l’offerta integrata di servizi di assistenza sanitaria, sociale e sociosanitaria e rivedere importi e modalità dei trasferimenti monetari.
Relativamente a questi ultimi, il decreto non ha abolito l’indennità di accompagnamento, come invece previsto dalla legge delega, ma ha introdotto in aggiunta ad essa una prestazione universale che però è destinata a una platea numericamente ridotta di beneficiari: gli over 80 anni, con bisogno assistenziale “gravissimo” e indicatore ISEE pari o inferiore a 6 mila euro.
Da una parte è stato rispettato l’impegno temporale a dare seguito ai contenuti di riforma dell’assistenza agli anziani fragili e non autosufficienti; dall’altra, però, alcuni punti salienti del vecchio schema di legge delega sono stati ridisegnati.
Oltre alla già citata prestazione universale, che aumenta l’importo dell’assegno di accompagnamento portandolo da 530 a 1.400 euro mensili, il decreto al varo del Consiglio dei ministri interviene sulla governance, prevedendo una cabina di regia a livello centrale per la programmazione, valutazione e monitoraggio degli interventi e servizi sociali, ma sacrificando la componente sanitaria e demandando agli enti locali la funzione di coordinamento dei servizi già esistenti, che però non contemplano la prospettiva dell’integrazione. [Fonte: https://www.vita.it/non-autosufficienza-i-tre-punti-spariti-dalla-riforma/]
Nel decreto compare altresì un articolo dedicato al ruolo del caregiver, che assumerebbe un ruolo più attivo partecipando al sistema dei servizi territoriali.
Del resto, la fluidità nel funzionamento dei servizi territoriali, che si esprime nella transizione tra diversi setting di cura e assistenziali, renderebbe il nostro paese più allineato alle politiche di long-term care adottate dalla gran parte dei paesi europei.
Se è vero che il domicilio rappresenta il luogo ideale di cura, altrettanto vero è che l’Italia negli ultimi anni ha mostrato un incremento del numero di degenze in RSA. [Fonte: Trend di fragilità e long-term care in Italia, Indagine 2023, a cura di ITALIA LONGEVA]
Tra i due estremi, quella intermedia – ovvero la semi-residenzialità, anch’essa in crescita – rappresenta una situazione efficace poiché permette di coniugare il bisogno di assistenza sanitaria in una struttura protetta e quello, parimenti significativo, di comfort e familiarità che una persona può ricevere all’interno del proprio ambiente domestico.
Questa forma di assistenza è possibile solo grazie alla disponibilità e professionalità dei caregiver, sia formali che informali.
Di questi ultimi, che possono essere familiari o amici dell’anziano fragile e/o non autosufficiente, se ne contano circa 3 milioni, [Fonte: Le condizioni di salute della popolazione anziana in Italia, ISTAT, 2019] a cui si aggiungono i 2 milioni di lavoratori domestici, regolari e irregolari [Fonte: Rapporto DOMINA su lavoro domestico, 2023], che complessivamente si prendono cura dei nostri nonni.
È proprio per i caregiver, a cui si dà spazio nell’ultimo decreto, che occorre muovere passi concreti e in avanti sul fronte legislativo. È infatti su di loro che grava il carico assistenziale ed emotivo conseguente alla gestione della persona cara che invecchia o si ammala.
“Se la gioventù è il fiore più bello, la vecchiaia è il frutto più delizioso”. (Madame Swetchine)
A cura di Francesco Capria
Centro Studi ASSIDIM
Per approfondire:
- RAPPORTO DOMINA SU LAVORO DOMESTICO, 2023 https://associazionedomina.us4.list-manage.com/track/click?u=dee6474def086f05e0093721f&id=6b712a3a47&e=9cf48d8c54
- 5° RAPPORTO OSSERVATORIO LONG TERM CARE, A CURA DI CERGAS BOCCONI E ESSITY: https://cergas.unibocconi.eu/sites/default/files/media/attach/Def_5%20Rapporto%20OLTC.pdf?VersionId=nBCtXf8Sb8l.5ue0Ksy5vUcrNiVTCJvl
- TREND DI FRAGILITÀ E LONG-TERM CARE IN ITALIA, INDAGINE 2023, A CURA DI ITALIA LONGEVA: https://www.italialongeva.it/wp-content/uploads/2023/07/Indagine-Italia-Longeva-2023.pdf
- FONTE: LE CONDIZIONI DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA IN ITALIA, ISTAT, 2019: https://www.istat.it/it/files/2021/07/Report-anziani-2019.pdf