L’aggiornamento del 2023 del “Global Tobacco Industry Interference Index” colloca l’Italia al 77 (settantasettesimo) posto su 90 Paesi, mostrando un’alta interferenza dell’industria del tabacco. Peggio di noi solo Romania, Georgia e Svizzera.
Il “Global Tobacco Industry Interference Index” (*) è un’indagine globale sul modo in cui i governi rispondono alle interferenze dell’industria del tabacco e proteggono le politiche di Sanità Pubblica dagli interessi commerciali dell’industria del tabacco, come richiesto dal WHO FCTC (**)
I Paesi sono valutati sulla base delle informazioni pubblicamente disponibili sull’invadenza dell’industria del tabacco e sulle modalità con cui i governi rispondono a queste interferenze.
Il questionario viene compilato a livello nazionale da un gruppo di esperti in ambito di controllo del tabagismo e i Paesi sono quindi classificati in base al punteggio totale del questionario: con un massimo di 100 punti, più basso è il punteggio, minore è il livello complessivo di interferenza e migliori sono le conseguenze per le politiche sanitarie.
Il report nazionale italiano, preparato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano (IRFMN) in collaborazione con l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO), la Società Italiana di Tabaccologia (SITAB), e l’Alleanza per un’Italia senza tabacco, pone l’Italia in una posizione preoccupante per quanto riguarda l’influenza dell’industria del tabacco.
Qui è disponibile il documento completo https://lnkd.in/dGaxXppp
Sintesi dei risultati per i nostri follower:
- Il nostro paese ha ottenuto un punteggio di 75 su 100, evidenziando mancanze nell’approccio intersettoriale al controllo del tabagismo.
- Influenza dell’Industria: Le aziende del tabacco godono di benefici fiscali e regolatori, con supporto governativo diretto, inclusi incentivi per la tabacchicoltura e promozioni di iniziative che sono classificabili come di “green washing”.
- Raccomandazioni: Per migliorare la situazione, l’Italia dovrebbe aumentare la consapevolezza dei funzionari politici, implementare linee guida per limitare interazioni non necessarie con l’industria del tabacco, assicurare più trasparenza, proibire donazioni politiche da parte dell’industria e dare priorità alla ricerca scientifica indipendente.
L’Interference Index evidenzia l’importanza dell’educazione alla salute in ogni contesto. In ambito aziendale, poi, le imprese possono giocare un decisivo ruolo come agenti promotori di scelte di vita più sane tra i dipendenti. L’education si rivela uno strumento chiave per influenzare positivamente la salute e il benessere dei lavoratori, enfatizzando stili di vita salutari e consapevolezza preventiva.
Di fronte ai danni causati dall’industria del tabacco alla salute pubblica, le aziende assumono un ruolo ancora più cruciale nell’offrire informazioni corrette e iniziative preventive.
Attività come seminari, workshop e campagne informative sono vitali per sensibilizzare i dipendenti sui rischi del fumo e l’importanza di abitudini salutari, contribuendo a un ambiente lavorativo più sano e produttivo.
Inoltre, le aziende possono giocare un ruolo attivo nel favorire la realizzazione di ambienti di lavoro sano, incentivando pratiche healthy, pause attive, predisponendo spazi per l’esercizio fisico e stimolando scelte alimentari sane.
L’Interference Index sottolinea la necessità di un approccio multisettoriale contro l’influenza negativa dell’industria del tabacco, con una pluralità di attori chiamati a promuovere una società più informata e consapevole sul valore della salute.
In questo contesto, le iniziative come le Survey sugli Stili di Vita e gli Edu-Talk/Edu-Webinar proposti da ASSIDIM sono importanti generatori di Valore. Queste iniziative sono gratuite e sono volte a stimolare una riflessione su un nuovo modello di welfare innovativo e sostenibile. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza sui valori della salute e della protezione, incentivando gli imprenditori a adottare politiche di welfare efficaci e diffuse.
L’adozione di programmi di education aziendale non solo aumenta la consapevolezza tra i dipendenti, ma può, nel caso specifico qui trattato, accendere un faro in più sull’influenza dannosa dell’industria del tabacco, favorendo scelte più sane, arrivando infine a ridurre il carico sul Servizio Sanitario Nazionale.
L’educazione aziendale diventa così un pilastro fondamentale nella promozione di stili di vita sani e nella prevenzione delle malattie.
Nella sezione https://www.assidim.it/eventi/ sono visibili i titoli degli Edu-Talk 2023 e prossimamente, i nuovi appuntamenti 2024.
NOTE
(*) L’Interference Index viene costruito tramite un questionario, sviluppato a partire dalle linee guida dell’articolo 5.3 del WHO FCTC, contenente 20 domande che coprono 7 indicatori di interferenza dell’industria: 1 partecipazione allo sviluppo delle politiche / 2 responsabilità sociale d’impresa dell’industria / 3 vantaggi per l’industria / 4 interazioni non necessarie / 5 misure per la trasparenza / 6 conflitto di interessi / 7 misure preventive.
(**) La WHO FCTC, ovvero la “World Health Organization Framework Convention on Tobacco Control” (Convenzione Quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Lotta al Tabacco), è un trattato internazionale adottato dall’Assemblea Mondiale della Sanità nel 2003 e entrato in vigore nel 2005. È il primo trattato negoziato sotto gli auspici dell’OMS e rappresenta una risposta sistematica e coordinata alla crescente epidemia di consumo di tabacco a livello globale.
Gli obiettivi principali della WHO FCTC sono:
- Ridurre la Domanda di Tabacco: Attraverso misure come l’aumento delle tasse sui prodotti del tabacco, il divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco, l’introduzione di avvisi sanitari sui pacchetti di sigarette, e il divieto di fumo in luoghi pubblici chiusi.
- Ridurre l’Offerta di Tabacco: Questo include misure per controllare o limitare la produzione e la distribuzione di prodotti del tabacco.
- Protezione dalle Interferenze dell’Industria del Tabacco: Un aspetto fondamentale della FCTC è l’articolo 5.3, che riconosce un “conflitto fondamentale e insanabile” tra gli interessi dell’industria del tabacco e gli obiettivi di salute pubblica. Esso obbliga i paesi firmatari a proteggere le loro politiche di salute pubblica dalle interferenze dell’industria del tabacco.
- Cooperazione Internazionale: La convenzione promuove la collaborazione tra i paesi per affrontare il problema del tabagismo, compresa la condivisione di risorse, conoscenze e strategie di controllo del tabacco.
La WHO FCTC è un importante strumento di politica sanitaria globale e rappresenta un impegno congiunto dei paesi firmatari per combattere l’epidemia di tabagismo e ridurre il suo impatto sulla salute pubblica a livello mondiale.
DATI ITALIA: Benché il numero complessivo di fumatori in Italia stia diminuendo, il numero di sigarette fumate è in aumento, con il 20,5% della popolazione sopra i 15 anni che fuma, raggiungendo una media di 12,2 sigarette al giorno. L’allarme è particolarmente alto per gli adolescenti, con più di un terzo degli studenti tra 14 e 17 anni che consumano nicotina tramite vari prodotti. Inoltre, oltre 93.000 morti all’anno in Italia sono attribuibili al fumo di tabacco, e circa il 50% dei fumatori muore in media 14 anni prima dei non fumatori. (salute.gov.it/portale/fumo)
FONTI
- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano (IRFMN)
- Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO)
- Società Italiana di Tabaccologia (SITAB)
- Alleanza per un’Italia senza tabacco
- gov.it/portale/fumo
A cura di Antonio Corrias
ASSIDIM
Sviluppo Associativo, Marketing, Comunicazione