Come noto, Il PNRR contiene un pacchetto di riforme strutturali e investimenti per il periodo 2021-2026 articolato in sei settori d’intervento prioritari e obiettivi (Missioni).
Relativamente alla Missione 6 Salute e Resilienza, l’obiettivo è quello di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati non deve però essere avulso dal contesto attuale in merito all’accesso alle prestazioni sanitarie, basato ormai su un sistema multi-pilastro costituito dal SSN, dai fondi sanitari integrativi e dai trattamenti a cui il cittadino accede individualmente attraverso strutture sanitarie convenzionate/private finanziate out of pocket.
In quest’ottica il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola in maniera sicura ed efficiente con gli operatori sanitari.
La Missione 6 del PNRR stanzia 1,38 miliardi di Euro per il potenziamento del Fascicolo Sanitario Integrato con l’obiettivo che l’85% dei medici di base lo alimentino entro il 2025 e che tutte le Regioni e Province Autonome lo adottino e lo utilizzino entro il 2026.
Lo scorso 18 maggio il Ministero della salute (MdS), il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) e il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD), sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, hanno adottato i decreti interministeriali che divulgano le nuove Linee Guida per l’Attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Secondo le Linee Guida di Attuazione “il FSE deve diventare: il punto unico ed esclusivo di accesso per i cittadini ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale; un ecosistema di servizi basati sui dati per i professionisti sanitari per la diagnosi e cura dei propri assistiti e per una assistenza sempre più personalizzata sul paziente, lo strumento per le strutture ed istituzioni sanitarie che potranno utilizzare le informazioni cliniche del FSE per effettuare analisi di dati clinici e migliorare l’erogazione dei servizi sanitari”.
Ciò significa che, grazie all’attuazione delle Linee Guida, sarà possibile definire ed attuare percorsi di cura per i cittadini che cambiano residenza tra Regioni e che pertanto potranno ricevere continuità assistenziale grazie alla condivisione della loro vita sanitaria tra professionisti e strutture sanitarie (sia pubbliche che private) ovunque si trovino ed indipendentemente dal fatto che l’accesso sia attraverso il SSN, il fondo di assistenza sanitaria integrativa o direttamente finanziato out of pocket.
A tal fine sarebbe però indispensabile un modello di nomenclatore tariffario condiviso tra tutti gli operatori della sanità o quantomeno un sistema di transcodifica di facile implementazione che consenta di valorizzare il patrimonio di dati ed informazioni già oggi disponibile seppur in maniera spesso disorganizzata e di difficile accesso.
Rendendo condivisibili tutti i dati clinici acquisiti nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura condotte dai professionisti sanitari, inoltre, si facilita la definizione di interventi di sanità pubblica e si riducono gli sprechi spesso dovuti alla ripetizione di prestazioni sanitarie a cui il cittadino accede attraverso il SSN, il fondo sanitario integrativo a cui è iscritto e spesso anche con il proprio finanziamento.
E’ però fondamentale che il Legislatore non trascuri, nell’attuazione del PNRR, l’attuale contesto sanitario multi-pilastro basato sui fondi di sanità integrativa che è ormai radicato e conta oltre 14 milioni di partecipanti. L’introduzione di una riforma che istituzionalizzi il ruolo della sanità integrativa sarebbe il primo passo.
A cura di Marcello Marchese