Da tempo gli operatori della sanità integrativa vanno chiedendo un riordino della disciplina dei fondi sanitari al fine di costruire un secondo pilastro complementare al Servizio Sanitario Nazionale assimilabile a quello della previdenza complementare.
Negli ultimi due mesi qualcosa si è mosso anche se, a dover di cronaca, siamo ben lontani dalla auspicata definizione di un quadro di riferimento ben definito per una più efficace integrazione tra pubblico e privato.
Ma facciamo un passo indietro.
Il Ministero della Salute, con il DM del 31 marzo 2008, ha istituito l’anagrafe dei fondi sanitari regolamentandola, per le sue funzioni e finalità, con il DM del 27 ottobre 2009.
All’anagrafe si possono iscrivere volontariamente:
- I fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale, istituiti o adeguati ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni. Si tratta dei cosiddetti Fondi DOC, sono attualmente 9 con 38.000 iscritti erogano esclusivamente prestazioni extra LEA e sono quindi solo integrativi del SSN).
- Gli enti, casse e società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale, di cui all’art. 51 comma 2, lettera a) del D.P.R. 917/1986 e successive modificazioni. Fondi non DOC hanno oltre 14 milioni di iscritti sono 306 e possono erogare anche prestazioni sanitarie comprese nei LEA, quindi complementari e sostitutive al SSN. Operano con modelli gestionali e di governance variegati ed offrono prestazioni spesso molto differenziate.
I Fondi non DOC posso ricevere l’iscrizione all’anagrafe solo se vincolano all’erogazione di garanzie extra LEA almeno il 20% dei contributi raccolti. Le garanzie extra LEA sono state individuate, dall’origine, in 3 macro aree:
- dentarie,
- prestazioni sanitarie e sociali per non autosufficienza,
- protesi presidi e fisioterapie
La Legge 5 agosto 2022, n. 118 allarga le garanzie extra Lea andando di fatto a recepire pratiche già consolidate nei tariffari dei Fondi non DOC. Le prestazioni inserite non a carico del Servizio sanitario nazionale sono le seguenti:
- prevenzione primaria e secondaria;
- le prestazioni di long term care (LTC);
- le prestazioni sociali finalizzate al soddisfacimento dei bisogni del paziente cronico.
A questa prima novità, la Legge 118 ne aggiunge altre attraverso due Decreti Ministeriali dello scorso settembre.
In particolare, il Decreto del Ministero della Salute del 15/09/2022 istituisce l’Osservatorio dei fondi sanitari integrativi del Servizio sanitario nazionale “con finalità di studio e ricerca sul complesso delle attività delle forme di assistenza complementare e sulle relative modalità di funzionamento.
L’Osservatorio, che comprende anche 4 rappresentanti dei fondi sanitari, svolge funzioni di studio e ricerca sul complesso delle attività delle forme di assistenza complementare e sulle relative modalità di funzionamento, ai fini dell’implementazione della governance istituzionale del settore, nonché dell’aggiornamento periodico della normativa.
Il secondo Decreto Ministeriale del 30 settembre 2022 assegna all’anagrafe la funzione di monitoraggio delle attività svolte dai fondi sanitari integrativi.
La principale novità, che avrà un forte impatto sull’operatività dei fondi sanitari, deriva dalla previsione che il monitoraggio dovrà avvenire tramite un apposito cruscotto, che ha la finalità di identificare, in maniera specifica e univoca, le singole prestazioni sanitarie e socio-sanitarie erogate dai fondi sanitari integrativi.
Mentre fino ad oggi gli oltre 300 fondi sanitari comunicavano con l’Anagrafe a modo loro senza condividere una modalità unica per la trasmissione dei dati; in futuro, con l’introduzione del cruscotto, tutti dovranno parlare la stessa lingua.
La trasmissione dei dati del cruscotto dovrà essere effettuata entro il 31 luglio di ciascun anno, contemporaneamente alla richiesta di iscrizione, ovvero di rinnovo dell’iscrizione all’Anagrafe Fondi sanitari.
L’implementazione del cruscotto è avviata in forma sperimentale per la durata di due anni per il 2023 e 2024. Successivamente, i dati indicati diverranno condizione per l’iscrizione all’Anagrafe dei fondi sanitari.
Ci sono le premesse per un riordino del settore che getta le basi per un’integrazione pubblico-privato; allo stesso tempo, è importante sottolineare che un’operazione parallela di raccolta e condivisione del patrimonio dati dei cittadini/assistiti/pazienti è in corso anche per uniformare i diversi Servizi Sanitari Regionali nell’ottica di una maggiore efficienza, equità e sostenibilità dell’intero ecosistema salute.
A cura di Marcello Marchese
Presidente ASSIDIM