Il Benessere Psicologico è sempre più di attualità per il complesso di positivi impatti che produce sulle persone e performance aziendali. Il recente convegno organizzato da ASSIDIM e MARSH “Benessere dei dipendenti e produttività” (4 maggio, Cremona, Museo del Violino) è stato centrato su questo tema e sul ruolo importante svolto dai programmi welfare che incentivano e promuovono anche l’attenzione e la pratica degli Stili di Vita bilanciati.
Aziende che adottano programmi di “Welfare-Vero”, associandoli a iniziative e servizi per la Mental Health, partono favorite nella capacità di innescare nelle persone uno stato di “Flow”, che ha come presupposto basilare una condizione di benessere psicofisico piena e autentica.
Ma cosa è esattamente Il Flow? È uno stato mentale che si verifica quando una persona è immersa in un’attività che richiede una certa abilità e concentrazione, consentendo di produrre una performance non solo di alto livello ma anche stabile e costante rispetto alle sue capacità medie. È una sorta di “stato di grazia prestazionale”. Quando si è “in flow”, si percepisce un senso di coinvolgimento totale nell’attività, di perdita dell’autoconsapevolezza e di intensa soddisfazione personale.
Questa condizione è strettamente correlata allo stile di vita e può essere influenzata da specifici programmi welfare, fra cui gli EHP Employee Health Program, che sempre più frequentemente le aziende propongono ai loro dipendenti.
È risaputo che una buona qualità della vita comporta un mix di fattori che favoriscono il flow: alla base della piramide della soddisfazione troviamo naturalmente la stabilità finanziaria e del posto di lavoro, la sicurezza, l’ambiente lavorativo e le modalità con cui viene svolta la prestazione lavorativa, le relazioni con i colleghi, la valorizzazione delle competenze e naturalmente l’accesso a servizi sanitari di qualità per la tutela dalla salute, il tempo libero per dedicarsi alle proprie passioni e interessi.
Uno Stato di “Flow diffuso” è quindi molto positivo sia per gli individui che per le aziende. Le risorse “in flow” sono super motivate, positive e prestazionali. E non dimentichiamo che i dipendenti che parlano bene della loro azienda contribuiscono a farne crescere la reputazione e a renderla ambita come meta di destinazione (employer branding).
Tra chi ha condotto studi e ricerche sul tema del flow e della correlazione con la prestazione professionale, uno dei più famosi è Mihaly Csikszentmihalyi, psicologo ungaro-americano, che ha sviluppato la teoria del flow e ha condotto numerosi studi sull’argomento. Nei suoi lavori ha dimostrato che gli individui in flow sono molto più produttivi e creativi rispetto a quelli che non sono in flow con un incremento della performance, della soddisfazione lavorativa e di conseguenza, una maggiore fedeltà all’azienda con riduzione del turnover.
Per favorire il realizzarsi di condizioni di flow nei dipendenti, le aziende possono adottare diverse strategie che vanno dalla definizione di MBO (sfidanti ma realistici), alla promozione dell’autonomia e della responsabilità individuale, alla creazione di un ambiente di lavoro più stimolante e una maggiore valorizzazione delle competenze dei dipendenti. Senz’altro una buona base perché si verifichino premesse di flow diffuso è la possibilità di lavorare in modalità flessibile (e infatti la richiesta di “smart working” è una delle prime che i candidati fanno in fase di selezione del personale). Anche l’accesso a servizi di assistenza familiare e di sostegno ai “caregivers”, che permettono di coniugare il lavoro con gli impegni verso familiari fragili e ridurre lo stress, contribuiscono alla diffusione di quello stato di flow che genera un complessivo incremento delle performance aziendali. E naturalmente quegli Employee Health Program finalizzati ad aumentare il Benessere Psicofisico in modo mirato.
Pertanto, tutte le iniziative predisposte dalle aziende per favorire la riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione favoriscono e predispongono il realizzarsi dello “stato di flow” e della crescita di produttività, focus sulle attività, efficienza e qualità del lavoro svolto. Il flow favorisce anche la creatività e la capacità di risolvere problemi in modo innovativo.
Fra gli altri autori che hanno contribuito alla ricerca sul flow in ambito lavorativo possiamo citare Susan Jackson e Michael H. Burke – che hanno esplorato il rapporto tra flow e benessere psicologico dei lavoratori – e Christoph Randler che ha studiato la relazione tra flow e prestazione accademica. La letteratura sul flow e i suoi impatti sulla prestazione professionale è vasta e complessa, e si estende a diverse aree disciplinari, tra cui lo sport, la psicologia, la gestione aziendale e la scienza del lavoro.
È interessante, infine, constatare che le pratiche che favoriscono il realizzarsi del Flow sono in crescita non solo nelle grandi ma anche nelle aziende medie e piccole che hanno compreso il potenziale che possono generare i programmi di Benessere e Mental Health.
Anche in Italia cresce l’offerta di questi servizi, di Desk di Supporto Psicologico e Ascolto Attivo e di altre iniziative quali “Mindfulness at Work” (che incoraggia i dipendenti a praticare la meditazione e la consapevolezza per aumentare la loro concentrazione, ridurre lo stress e migliorare la produttività); programmi per introdurre la pratica del “Body Whispering” (che consiste in esercizi di stretching e movimento per ridurre la tensione muscolare e aumentare la consapevolezza corporea).
Queste attività – che, sottolineiamo, non possono sostituirsi ai piani fondamentali di assistenza sanitaria e protezione, ma semmai integrarli positivamente – sono spesso abbinate ad altre iniziative di benessere aziendale, come la promozione di diete bilanciate, l’incentivazione dell’attività fisica e la disincentivazione dell’utilizzo dell’automobile per gli spostamenti casa-ufficio.
BIBLIOGRAFIA PER CHI DESIDERA APPROFONDIRE IL FLOW
“Flow: Psicologia dell’esperienza ottimale” di Mihaly Csikszentmihalyi
“Flow e crescita personale: Come sperimentare il massimo della vita” di Stefano D’Anna
“Flow. Lo stato di grazia nel lavoro e nella vita” di Marina Spadafora ed Enrico Letta
“Flusso creativo: Come stimolare l’innovazione e la creatività” di Orietta Ferraresi
“Flow in Sports: The Keys to Optimal Experiences and Performances” di Susan Jackson e Mihaly Csikszentmihalyi
“Morningness-Eveningness and the Flow Experience” di Christoph Randler
A cura di Antonio Corrias
ASSIDIM Sviluppo Associativo Marketing Comunicazione