In occasione del convegno Tuttowelfare dello scorso 10 ottobre al quale hanno partecipato un centinaio di aziende, tra cui ASSIDIM insieme ai partner Trillio e Europ Assistance, si è parlato di innovazione e sostenibilità del welfare aziendale.
Il terreno è ormai fertile per poter pensare a un welfare più inclusivo e allargato al territorio e al contempo sostenibile.
“Solo due anni fa, il 77% delle PMI non sapeva dare un significato alla parola welfare”, ha esordito così Antonio Corrias – Marketing e Sviluppo Associativo, ASSIDIM – nel suo intervento citando una ricerca della Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi.
Oggi però, anche grazie alle ultime leggi di bilancio che hanno confermato le agevolazioni fiscali per aziende e dipendenti che scelgono il welfare aziendale, sono aumentate diffusione e consapevolezza attorno al valore reale di benefit il cui impatto dovrebbe essere quantificato in base al ritorno economico e sociale dell’investimento.
Welfare aziendale non è solo palestra (lo è anche, specie perché soddisfa i bisogni dei dipendenti più giovani), il buono, l’asilo o il maggiordomo aziendale, ma è il tempo messo a disposizione per frequentare la palestra che io scelgo, per portare e andare a riprendere i figli nella scuola che io scelgo, ecc…
Se equiparassimo i fringe con gli employee benefit – come già discusso in un articolo precedente – potrebbe farsi largo una visione “riduzionista” del welfare aziendale, inteso come un mero escamotage per trattenere più tempo i dipendenti in azienda o, peggio, come un surrogato per contenere i costi, specie se lo si collega anche alla conversione del premio di risultato.
Il lavoro ha assunto oggi un nuovo significato, non più visto come unico vettore di realizzazione personale, ma inserito in un più ampio orizzonte di vita, dove la vita privata e le aspirazioni individuali devono trovare uno spazio importante, difficilmente “scambiabili” con il denaro.
L’identificazione e l’engagement con l’azienda avviene in misura maggiore invece quando questa è in grado di offrire un maggior grado di benessere, flessibilità e serenità ai propri dipendenti.
Per questo, concludendo il suo intervento, Corrias sottolineava l’importanza di “considerare la salute come elemento fondamentale e imprescindibile all’interno di piani strutturati di welfare in azienda”.