Interessante l’articolo di Assinews che riporta una ricerca commissionata da Met Life su un campione di 1.029 persone il cui ruolo è stato definito come “responsabili delle scelte finanziarie della famiglia”, capi famiglia, sostanzialmente (uomini e donne) https://www.assinews.it/09/2022/metlife-gli-italiani-temono-limpatto-economico-malattia-grave/660099418/
Un “grande timore” che accomuna gli italiani, leggiamo, è quello di non essere in grado di fare fronte all’impatto economico di una malattia grave. Nella graduatoria delle malattie più temute troviamo: cancro, ictus, infarto e sclerosi multipla.
Per il 32,7% degli intervistati, la paura di pesare sui familiari fisicamente e soprattutto economicamente è la prima preoccupazione legata al manifestarsi di una di queste patologie.
Al secondo e terzo posto, rispettivamente con il 20,7% e il 17,2%, troviamo il timore di perdere la propria autosufficienza, di non essere più autonomi nella gestione della vita quotidiana e di non poter affrontare le spese per l’assistenza.
Una famiglia italiana su tre (32,5%) è “molto” o “moltissimo” preoccupata per l’insorgenza di una di queste malattie gravi: cancro (63%), ictus (10,9%), infarto (10,7%), sclerosi multipla (10,1%).
Più insicurezza tra i giovani e nelle regioni meridionali
La soglia di preoccupazione cresca nelle fasce d’età più giovani e geograficamente nel Sud e Isole dove esiste una minore fiducia verso il Sistema Sanitario Nazionale, le cui prestazioni sono ritenute “adeguate” solo dal 60% delle famiglie nella fase di intervento e ricovero. Il giudizio verso il SSN peggiora quando si parla di tempistiche di accesso ad esami e diagnosi. In questo caso, infatti, solo il 38,8% reputa “abbastanza” o del tutto “adeguato” il supporto. A pesare nella valutazione sono le lunghe liste di attesa che, complice anche il periodo pandemico che ha costretto a rinviare molti esami diagnostici, sono diventate sempre più difficili da snellire, rendendo alcuni esami e visite praticamente impossibili.
Life Style e Prevenzione
La ricerca evidenzia anche come sia in crescita la sensibilità verso un “life style” sano e sulla prevenzione: gli italiani cercano di mantenersi in buona salute prevenendo l’insorgenza di gravi patologie.
Dalle risposte emerge che tre famiglie su quattro (75,6%) pongono molta attenzione all’alimentazione e a uno stile di vita sano, abitudini più diffuse nelle fasce d’età più avanzate.
La percentuale di chi punta sulla prevenzione e su controlli periodici (70,2%) risulta molto significativa, anche in questo caso le percentuali più alte si riscontrano nella fascia di età 51-60 anni. I più giovani, invece, hanno una maggiore predisposizione a svolgere attività sportive o fisiche (67,8%).
Sensibilità nel privato ma… indifferenza nelle piccole e medie aziende
Rileviamo però una dissonanza. A fronte dello scenario tratteggiato dalla ricerca Met-Life, che abbiamo visto coinvolgere i “capi famiglia”, sembra però non corrispondere una altrettanto elevata sensibilità in “ambito aziendale”.
Come già ribadito anche in nostri recenti interventi, è soprattutto fra le numerosissime PMI nazionali che non risulta ancora sufficientemente diffusa e sistematica una prassi di adozione di forme di protezione per eventi nefasti quali Morte, Invalidità o Non Autosufficienza. Soprattutto se si considerano i costi, decisamente contenuti, di tali soluzioni di welfare integrativo a quanto prevedono gli Istituti Pubblici e i Fondi Contrattuali (si veda precedente articolo su nostro blog: https://www.assidim.it/percezione-del-rischio-un-problema-degli-italiani/)
Sembra quindi evidente uno scollamento fra sensibilità “privata” e “aziendale” su questi temi che ha delle conseguenze ed impatta sulla competitività delle nostre PMI. La crescente attenzione delle persone verso i temi relativi alla Salute ed al Welfare produce fenomeni che colpiscono particolarmente le PMI: reputazione e l’attrattività, alti tassi di turnover, difficoltà a reperire e trattenere competenze e talenti qualificati – (https://www.giornaledellepmi.it/employer-branding-il-fattore-strategico-di-successo-per-le-pmi-nel-new-normal-parte-1/)
Per avere il polso di quello che desiderano i dipendenti fra i possibili benefit è molto interessante anche la Survey Health on Demand pubblicata a fine 2021 da MERCER – (https://www.mercer.it/our-thinking/mmb-2021-health-on-demand.html)
Risultano quindi interessanti le iniziative gratuite organizzate da ASSIDIM, proprio pensando alle PMI, con finalità di divulgazione ed informazione sull’importanza della leva-welfare come fattore di sviluppo nelle aziende. Nel prossimo appuntamento, il 27 OTTOBRE 12:00–13:00 (www.assidim.it/eventi ) parleremo proprio delle forme di protezione pubblica e integrativa dei lavoratori in caso di Morte, Invalidità, Non Autosufficienza. Eventi che, come evidenzia anche la ricerca Met-Life, possono determinare gravi ricadute sulle imprese, soprattutto se di piccole e medie dimensioni. Esiste inoltre una forbice troppo ampia fra le figure apicali delle aziende e il resto dei dipendenti, affidati alla sola tutela del welfare pubblico sempre più sotto pressione. Invertire questa tendenza e “rovesciare la piramide” è possibile.
A cura di Antonio Corrias
ASSIDIM MARKETING E SVILUPPO ASSOCIATIVO