L’invecchiamento della popolazione rappresenta una delle principali sfide demografiche del nostro secolo, con profonde implicazioni per i paesi di tutto il mondo. L’Italia, in particolare, sta affrontando un rapido processo di invecchiamento della sua popolazione: entro il 2050, oltre il 30% degli italiani avrà 65 anni o più. Sono quindi importanti le conseguenze a livello sociale, economico e sanitario.
Conseguenze sociali: crescerà ancora di più la domanda di assistenza sanitaria e di lungo termine. Con una popolazione più anziana, aumenta la necessità di cure mediche specializzate, assistenza domiciliare e strutture di cura per anziani. Questo già mette a dura prova il sistema sanitario e richiede investimenti significativi nel settore della salute. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione può portare a un aumento dell’isolamento sociale per gli anziani, a meno che non vengano implementate politiche adeguate a promuovere l’inclusione e la partecipazione attiva degli anziani nella società.
Conseguenze economiche: l’invecchiamento della popolazione sottopone il sistema pensionistico a tensioni finanziarie crescenti. L’aumento della spesa per le pensioni mette a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche e richiede interventi sul sistema per adattarsi alla nuova realtà demografica. La Silver Economy influenzerà sempre di più la domanda di prodotti e servizi, con un potenziale impatto sulle dinamiche di mercato.
Ma l’invecchiamento della popolazione può anche offrire opportunità come, ad esempio, quella di sviluppare nuovi settori legati all’assistenza sanitaria, alle tecnologie per la terza età e al benessere degli anziani. Inoltre, una popolazione più anziana può apportare conoscenze ed esperienze preziose alla società, contribuendo alla formazione di una convivenza intergenerazionale più ricca e inclusiva.
Ci è quindi sembrato interessante riportare nel blog di ASSIDIM una sintesi dei risultati di un recente sondaggio del McKinsey Health Institute che fa luce sulle percezioni e priorità sulla salute delle persone di età pari o superiore a 55 anni.
Il sondaggio ha coinvolto oltre 21.000 adulti anziani in 21 paesi diversi. I partecipanti sono stati intervistati su una vasta gamma di argomenti legati alla salute e all’invecchiamento.
Ecco i principali fattori che sono emersi come elementi che garantiscono prospettive per un invecchiamento di qualità.
Scopo nella vita: avere uno scopo nella vita viene identificato come il fattore chiave per una buona salute. E’ al primo posto.
Gestione dello stress: la mental health, il benessere psico-fisico con le capacità correlate di gestione dello stress, è considerato molto importante per il mantenimento di una buona condizione di benessere.
Attività fisica: la pratica regolare di attività fisica nel proprio stile di vita, è indicata come un elemento cruciale per la salute degli anziani.
Apprendimento continuo: anche l’impegno nell’apprendimento continuo è evidenziato come un fattore positivo per la salute e il benessere.
Connessioni sociali: mantenere connessioni significative con gli altri è ritenuto essenziale per una buona salute. La socializzazione, soprattutto fra generazioni differenti, è fondamentale.
Adozione della tecnologia: l’articolo sottolinea l’aumento dell’adozione della tecnologia, in particolare l’uso degli smartphone, da parte degli anziani. Smonta in qualche modo la convinzione sul “gap” che dividerebbe anziani e la tecnologia. Il sondaggio rivela infatti che sempre più anziani stanno abbracciando la tecnologia, in particolare i telefonini di nuova generazione. Per rendere ancora maggiore il tasso di adoption andrebbero superati altri fattori, come il costo dei device, sempre più elevato, una ancora diffusa mancanza di “conoscenze tecnologiche” e l’accesso, spesso di qualità scadente, a Internet.
Partecipazione sociale: la partecipazione attiva a diverse attività sociali è associata a una minore percezione di isolamento. Gli anziani che partecipano attivamente a diverse attività hanno meno probabilità di sentirsi isolati, soli. Anche l’appartenenza a “community social” incide positivamente sullo stato di salute percepito.
Supporto familiare: vivere in modo intergenerazionale, in particolare con i figli adulti, viene riconosciuto come un fattore che può contribuire a una migliore salute degli anziani. Vivere più a lungo non significa di per sé avere la percezione di una migliore salute. Il dato interessante del sondaggio è che, sia nelle economie a reddito medio-basso che in quelle con reddito medio-alto, gli anziani che vivono con i loro figli adulti dichiarano di sentirsi in migliore salute rispetto a coloro che vivono da soli.
Occupazione e lavoro: l’articolo sottolinea le sfide legate all’occupazione degli anziani. Spesso persone senior, ma ancora molto valide e non ancora in condizioni di poter accedere alla pensione, hanno difficoltà a trovare lavoro se escono dal circuito occupazionale attivo. A queste persone dovrebbe essere offerta l’opportunità di accedere ad attività interessanti che ne valorizzino l’esperienza e li mettano in condizione di non disperdere il capitale di conoscenze maturate così da poter trasferire il loro know-how alle nuove generazioni.
Disuguaglianza economica: la disuguaglianza economica è certamente un fattore che incide sull’invecchiamento di qualità.
Invecchiamento a casa propria: il desiderio di rimanere indipendenti e invecchiare a casa propria è un aspetto di grande rilevanza per gli anziani, e sappiamo come sia complesso il tema della “senior care” in termini di accesso alle cure e ad una assistenza adeguata.
Isolamento sociale: l’isolamento sociale è identificato come un problema molto diffuso tra gli anziani, con un impatto molto negativo sulla salute. Favorire la partecipazione sociale è essenziale e deve essere un obiettivo prioritario anche a livello delle istituzioni pubbliche.
In sintesi, la survey del MHI conferma che l’invecchiamento è un fenomeno che impone una risposta coordinata da parte delle istituzioni e della società per essere gestito nel suo complesso. Affrontare le sfide sociali ed economiche di questo scenario demografico richiede politiche e strategie di lungo termine volte a garantire il benessere degli anziani, la sostenibilità economica e l’inclusione sociale. Contemporaneamente, è fondamentale riconoscere e valorizzare anche le opportunità che il nuovo assetto demografico presenta, perché l’invecchiamento della popolazione può offrire anche nuove occasioni per costruire un futuro più solido e resiliente.
Per chi desidera approfondire
L’ articolo è uno sforzo collaborativo di diversi autori: Hemant Ahlawat, Anthony Darcovich, Martin Dewhurst, Ellen Feehan, Viktor Hediger e Madeline Maud.
A cura di Antonio Corrias
ASSIDIM Sviluppo Associativo Marketing Comunicazione