Da tempo i più autorevoli Osservatori e Centro Studi stanno lanciando l’allarme sullo stato di salute degli italiani e, soprattutto, sull’effettiva garanzia del suo diritto.
Marcate differenze regionali nell’erogazione dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), mobilità sanitaria passiva in forte e costante aumento nelle regioni del sud, spesa sanitaria privata attestatasi stabilmente sui 40 miliardi di euro e che arriva a incidere fino al 3,3% del reddito medio pro capite dei cittadini italiani.
Di questo e di altre evidenze raccolte nel IX Rapporto RBM – Censis si è parlato in occasione del Welfare Day tenutosi a Roma lo scorso 13 giugno.
ASSIDIM era presente e, al pari degli altri stakeholder del settore, si interroga sulle prospettive di crescita della sanità integrativa.
Se da un lato, infatti, ci sono alcune criticità per i fondi sanitari integrativi che bisogna saper fronteggiare, è indubbio l’arretramento dello Stato nell’intercettare l’aumentata domanda di servizi socio – sanitari fortemente legata all’invecchiamento della popolazione e alla conseguente crescita delle patologie croniche e delle non autosufficienze.
Bisogni e servizi che potrebbero essere garantiti dalla sanità integrativa per dare piena attuazione a politiche sanitarie integrate pubblico – privato in risposta alle differenze regionali in termini di accessibilità ai servizi sanitari e socio – assistenziali.
La sfida per il Servizio Sanitario Nazionale, che attualmente si trova in una condizione di sostanziale equilibrio economico-finanziario, è quella di realizzare sinergie con il secondo pilastro al fine di promuovere un welfare sussidiario e integrativo nell’interesse di tutti i cittadini.