Gennaio: momento in cui si fanno tanti buoni propositi per cambiare in meglio il proprio stile di vita. Chi vorrebbe iscriversi in palestra, chi vorrebbe iniziare una dieta o smettere di fumare, ecc. talvolta questi propositi diventano realtà…. molte volte però rimangono dei desideri …rimandati a non si sa quando!
Qualsiasi cambiamento del proprio stile di vita è preceduto da un processo psicologico complesso che può necessitare di tanto tempo o, in alcuni casi, essere anche molto veloce. Di sicuro deve essere presente. Ecco qui sotto alcuni aspetti da considerare che possono aiutare a favorire questo processo e quindi trasformare dei “propositi desideri” in “propositi obiettivi”.
- avere una chiara visione del proprio stile di vita ed individuare dei punti di possibile cambiamento. A questo fine può essere utile un colloquio con un esperto, piuttosto che l’utilizzo di questionari che siano in grado di indagare aspetti inerenti l’alimentazione, l’esercizio fisico, la capacità di gestire lo stress, ecc . Dobbiamo avere risposta alla domanda: “ma il modo con cui mi alimento, l’esercizio che svolgo, ecc sono come dovrebbero essere per favorire il mio stato di salute?”
- avere una chiara visione del proprio stato di salute: una colloquio con il proprio medico o con un medico specialista e l’esecuzione di alcuni semplici esami del sangue e valutazioni cliniche può essere d aiuto. Dobbiamo avere risposta alla domanda: “ln mio stato di salute può essere in un qualche modo migliorato?”
- avere informazioni chiare e basate su evidenze scientifiche sul legame esistente tra il modo con cui ci comportiamo (alimentazione, esercizio fisico ,capacità di gestire lo stress, ecc) ed il nostro stato di salute.
- definire almeno un ambito meritevole di miglioramento (ad esempio diventare fisicamente più attivi)
- definire almeno un obiettivo realistico e molto semplice, basato anche sulle preferenze personali (ad esempio riuscire a trovare una mezz’ora al giorno per fare una camminata a passo veloce, oppure decidere di salire le scale a piedi anziché prendere l’ascensore). Questo obiettivo deve essere percepito come “possibile” “desiderabile” ed anche “almeno un po’ divertente”.
- trovare punti di forza e risorse che già ci caratterizzano o abbiamo a disposizione (ad esempio avere la palestra vicino all’ufficio o essere in grado di nuotare molto bene o avere un collega con cui andare a camminare nella pausa pranzo) ed identificare eventuali difficoltà realistiche (ad esempio non poter fare attività quando si esce dal lavoro perché si deve andare a prendere il figlio all’asilo)
- analizzare i pro e contro del migliorare o meno vari aspetti dello stile di vita
- monitorizzare quando si riesce a fare. A questo proposito di possono utilizzare devices ed apps apposite, ma anche un semplice diario può essere d’aiuto. Se si nota che non si è riusciti a fare quanto deciso, chiedersi il perché e, trovare una strategia alternativa. Se invece si realizza di essere riusciti, “assaporare il successo”, continuare nel comportamento assunto e stabilire un obiettivo leggermente più ambizioso (ad esempio camminare un po’ più velocemente).
Quanto sopra riportato può sembrare facile ma in realtà non è sempre così. Avere un esperto in grado di guidarci in questo processo di cambiamento può essere molto utile. Gli approcci più moderni utilizzati in medicina per aiutare le persone a migliorare lo stile di vita considerano anche approcci di Behaviour Medicine (Medicina del comportamento), affiancati a prescrizione mediche di programmi individualizzati di attività fisica, alimentazione corretta, gestione dello stress, ecc. La persona deve infatti essere accompagnata in quel processo psicologico che porta al cambiamento del proprio stile di vita, processo che è complesso e prevede solitamente alcune fasi che vanno attraversate per poter ottenere risultati realistici. Secondo il “Transtheoretical Model *, queste fasi sono:
- Precontemplation: la persona non considera nemmeno il cambiamento, non ne vede la necessita, talvolta (avendo già provato in passato senza successo) pensa che sia impossibile cambiare quel determinato comportamento. Chi è in questa fase necessità soprattutto di essere correttamente informato sul proprio stato personale di salute e su come uno stile di vita sano potrebbe realisticamente portare un maggior benessere
- Contemplation: la persona è ambivalente riguardo al cambiamento. In questa fase analizzare i pro ed i contro di un possibile cambiamento può essere molto utile, cosi come trovare risorse e definire barriere
- Preparation: la persona è pronta a mettersi in gioco, a fare qualche cambiamento anche se piccolo. In questa fase è utile definire obiettivi realistici, trovare le risorse per realizzarli
- Action: la persona sta realizzando il cambiamento, anche se con difficoltà ed avendo bisogno di supporto. Sta compiendo passi in avanti, verificando ed analizzando le difficoltà ed il modo per gestirle, ed assaporando i successi.
- Maintenance: la persona ha attuato un cambiamento che sta mantenendo nel tempo, gestendo le eventuali difficoltà e stabilendo anche ulteriori obiettivi.
Tu…. in che fase sei???
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano