Generalmente “essere sedentari” significa non “essere attivi”. Chi fa attività fisica, quindi, non sarebbe per definizione sedentario. Non è detto sia così!
Attività fisica e sedentarietà non si escludono necessariamente a vicenda. Ci sono infatti individui che praticano regolarmente esercizio fisico (ad esempio, seguono un corso di Zumba di un’ora in palestra due volte alla settimana) ma per la restante parte del tempo (ben 166 ore settimanali!) sono completamente fermi.
I comportamenti sedentari vengono tecnicamente definiti come quelle attività che per essere eseguite richiedono la stessa (o poco più) quantità di ossigeno che serve a riposo; in poche parole, comprendono la quasi totalità delle azioni svolte in posizione seduta (lavorare al PC, studiare, scrivere, guidare, ecc…).
Stare in piedi, lavorare in piedi, camminare adagio, richiedono un po’ più di energia ma non possono essere considerate periodi in cui si svolge reale esercizio fisico.
Numerose sono infatti le evidenze scientifiche che mostrano come essere completamente sedentari, non solo peggiora lo stato di salute, ma vanifica anche tutti gli eventuali benefici ottenuti dall’aver svolto esercizio strutturato.
Cosa fare allora?
Cogliere ogni occasione per alzarsi dalla scrivania, camminare in ufficio quando, per esempio, si parla al telefono, fare le scale, ecc… sono dei semplici “trucchetti” essenziali per farci del bene.
Per migliorare il proprio stato di salute occorre, da un lato, ridurre il più possibile il tempo di completa sedentarietà e dall’altro eseguire esercizio fisico strutturato con una dose pari almeno allo svolgere attività endurance (camminare, correre, nuotare, andare in bici, ecc…) per almeno 30 minuti al giorno e a intensità moderata.
a cura di Daniela Lucini – Professore Ordinario MEDF/01, Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale, Facoltà di Medicina e Chirurgia – Direttore Scuola Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico